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Clotilde Podesti
(m. 1865)

Il pittore Francesco Podesti,che in questo caso si cimentò nella scultura, eseguì il monumento sepolcrale in occasione della prematura scomparsa della moglie Clotilde Cagiati, avvenuta nel 1865. Egli riportò in un suo scritto la conversazione avuta con lei sul letto di morte: «Eh! Mio caro Checco, [...] la tua Clotilde ti lascia vedovo, perchè si muore presto. [...] Stà allegra; ti prometto che io erigerò un monumento degno dell’amore che ti porto».Secondo il Giornale di Roma dell’11 ottobre 1867, la tomba Podesti, appena terminata, venne visitata da papa Pio IX. La giovane donna appare adagiata su un sarcofago, all’interno di una tomba accuratamente descritta dallo stesso artista: «Acquistata ch’ebbi una tomba al Campo Verano sotto il portico nel centro del lato destro di chi entra, le alzai un monumento ov’io feci e da pittore, e da scultore e da architetto. Scolpii la figura in rilievo di lei, giacente sul letto di morte, come fosse entro una cella; accanto a lei sul fondo, in bassorilievo accennato, la testina di Amalia (loro figlia prediletta) [...] e il mio ritratto in busto entro una nicchia nella parte superiore della cella». Al di sopra del clipeo col busto di Podesti, corre la toccante iscrizione in lettere capitali romane: «Ave lux mea et vale in pace». L’intero epitaffio fu composto da Novelli, bibliotecario all’Angelica, che conservò di Podesti le Memorie del 1870, poesie, lettere e altro materiale documentario.