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Massimo Bontempelli
(Como 1878-Roma 1960)
Scrittore

Dopo aver studiato tra Milano e Torino e essersi dedicato all’insegnamento intraprese l’attività di giornalista e divulgatore culturale. Pubblicò le due raccolte di racconti Socrate moderno (1908) e i Sette savi (1912), permeate ancora dalla letteratura tardo ottocentesca e, dopo la sua partecipazione alla grande guerra, si stabilì a Milano dove, venendo a contatto con l’avanguardia futurista, ruppe definitivamente con la tradizione rinnegando tutte la sua produzione precedente. Nelle opere successive (La vita intensa, 1920 e La vita operosa, 1921) è ancora presente il rapporto con il futurismo, anche se filtrato da un atteggiamento ironico e razionale, mentre dalla metà degli anni Venti il suo percorso poetico è caratterizzato da alcune esperienze teatrali suggestionate dal rapporto con Pirandello (Nostra Dea, 1925; Minnie la Candida, 1927). Il distacco definitivo con le avanguardie lo porterà a chiudere definitivamente con il futurismo per ritornare ad un ideale di classicità e di ordine: nel 1926 fondò assieme a Curzio Malaparte, la rivista 900, aperta ai contributi degli intellettuali stranieri e a due temi fondamentali: il novecentismo e il realismo magico. Negli anni Trenta la sua attività si rivolse a contesti sempre più ufficiali: divenne infatti il portavoce della cultura italiana all’estero, attività che però non gli impedì di continuare la sua professione di scrittore (pubblicò i romanzi Il figlio di due madri, 1929; Vita e morte di Adria e dei suoi figli, 1930; Gente nel tempo, 1937). La sua adesione al Regime, che culminerà nel 1930 con la nomina ad accademico d’Italia, si interruppe alla fine del decennio quando rifiutò la cattedra di letteratura italiana all’università di Firenze che era stata tolta a Momigliano in seguito all’applicazione delle leggi razziali. Nel dopoguerra lo scrittore collaborò con giornali di sinistra impegnandosi in tematiche civili e antifasciste, ma subì un progressivo isolamento dato la sua passata compromissione con il fascismo.