La cappella Levi fu commissionata a Pietro Canonica da Isaia Levi (1863-1949), un ricco industriale tessile che aderì al fascismo fin dai primi anni venti e che si convertì al cattolicesimo dopo l’edificazione del monumento funebre. Questi si distinse per le sue attività filantropiche (restaurò a sue spese palazzo Madama) e fu eletto senatore nel 1933. La cappella venne edificata tra il 1924 e il 1925 per il cimitero israelitico di Torino, come ricorda l’articolo di una rivista dell’epoca (Lo scultore e il marmo, 1924). L’anno seguente, su istanza di Isaia Levi, il manufatto fu smontato e ricostruito a Roma. Pietro Canonica (Moncalieri/TO 1869-Roma 1959), raffinato ritrattista (ma anche musicista, architetto e pittore), fu uno degli scultori più ricercati della buona società di inizio secolo.
Nato a Moncalieri nel 1869, dimostrò un talento precocissimo: nel 1881 entrò all’Accademia Albertina di Torino, dove seguì i corsi di Tabacchi. Di questa frequentazione accademica risentono le sue prime opere, ispirate alla tradizione verista del maestro e di Vela. Pochi anni dopo, nel 1884, collaborò con Tabacchi nell’esecuzione della tomba Sineo a Torino. Nel 1886, con un suo studio indipendente, Canonica ottenne i primi riconoscimenti con l’Orfanella (cimitero di Mondovì, tomba Bongiovanni) e con la scultura Dopo il voto (Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna) che, replicata in marmo, ottenne la medaglia d’oro al Salon parigino del 1893. Lo scultore riscosse presto crescente successo nelle principali esposizioni italiane ed estere. Nel 1893 prese parte alla commissione per la realizzazione del monumento a Vittorio Emanuele II, per il quale eseguì la Fontana del Tirreno a destra della scalinata (1908). Opera di Canonica è anche un inusuale monumento al Mulo per villa Borghese.Il suo stile, formatosi sulle correnti realiste, non fu esente da profondi richiami al Rinascimento toscano, soprattutto ai Della Robbia e a Desiderio da Settignano, esempi che assecondavano la naturale inclinazione dello scultore a una perfezione delicata ed elegante.Con l’inizio del nuovo secolo, si moltiplicarono le commissioni: Canonica divenne ritrattista dei circoli mondani e aristocratici europei (tra gli altri, nel 1903, della casa reale inglese) ed eseguì monumenti funebri (trentacinque per la sola città di Torino) o commemorativi, molti dei quali per la Russia zarista.Crebbero nel contempo i riconoscimenti pubblici: fu professore e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e ottenne, nel 1910, la cattedra all’Accademia di Venezia. Negli ultimi quaranta anni di attività, Canonica ottenne commissioni illustri in Italia (monumenti a Benedetto XV, del 1928, e a Giovanni Bosco, del 1936, nella basilica di San Pietro) e all’estero (monumenti commemorativi in Turchia, Egitto, Persia, Argentina).Dopo l’ultima guerra, realizzò soprattutto opere di carattere religioso, tra cui le porte per l’abbazia di Montecassino. Nel 1950, fu nominato senatore a vita per meriti artistici. Morendo, nel 1959, lasciò a Roma, nel museo Canonica a villa Borghese, la più completa raccolta esistente delle sue opere, tra le quali si ricorda il suggestivo gruppo scultoreo intitolato Abisso.