L’artista, nato a Carrara il 4 marzo 1795 da uno scultore fiammingo, avviò i suoi studi presso l’Accademia della città. Grazie a una borsa della stessa istituzione, per completare la sua formazione, si trasferì a Roma (1818), dove rimase stabilmente fino alla morte. Questo soggiorno favorì lo studio sugli esempi della statuaria classica; inoltre la vicinanza ai più importanti scultori dell’epoca – Canova e Thorwaldsen – rappresentava un obbligo per quanti volevano perfezionarsi nella disciplina. Il giovane Bienaimé, infatti, entrò subito nella bottega dell’artista danese. Vi restò a lungo, assumendo anche un ruolo di spicco in competizione con l’altro illustre carrarese: Pietro Tenerani. La sua produzione scultorea, soprattutto iniziale, rimase segnata dall’influenza del maestro, pur emergendo una propria riflessione stilistica, caratterizzata dall’accentuazione di toni languidi e sentimentali, ciò forse anche per influenza del nuovo clima culturale segnato dai pittori Nazareni e dal purismo con il rinnovato interesse per i temi religiosi e per l’arte del Quattrocento. Nel 1844, a coronamento della sua carriera, divenne membro dell’Accademia di San Luca. Morì a Roma nel 1870.
Le opere scultoree di Bienaimé si trovano oggi in molte città italiane e straniere: a Carrara (soprattutto calchi in gesso); a Roma nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Venere e Mercurio) e presso l’Accademia di San Luca (Autoritratto e Guerriero); a New York al Metropolitan Museum (San Giovanni Battista) e a Pietroburgo nel palazzo d’Inverno.
Il monumento di Luigi Bienaimé, databile nell’ideazione al 1831, rappresenta uno dei temi più fortunati dell’artista: l’Angelo custode, anche noto come l’Innocenza difesa dal vizio. La notorietà del gruppo scultoreo è anche attestata da Le Grice che, nel 1841, ricorda l’esistenza di più repliche realizzate per collezionisti illustri: la regina di Sardegna e sir Matthew White Ridley Bart. Il prototipo in gesso nel 1832 venne donato dall’artista all’Accademia di Carrara, dove tuttora è conservato (inv. gen. n. 10). Al di sotto del gruppo scultoreo, in posizione centrale, era presente un altro ovale con l’effigie in bassorilievo di Luigi Bienaimé, purtroppo divelta a seguito di un atto vandalico.