Il pittore Francesco Podesti (Ancona 1800-Roma 1878) nacque ad Ancona il 21 marzo 1800. La sua vicenda artistica si svolse tuttavia prevalentemente a Roma dove, con un sussidio della municipalità della città adriatica, si trasferì, nel 1816, entrando a far parte dell’Accademia di San Luca. Della formazione romana risentirono le sue prime opere: il Gladiatore morente, col quale vinse nel 1821 il concorso Canova, una copia da Raffaello e l’Eteocle e Polinice (1824), influenzata dall’insegnamento di Landi e Camuccini. Nella produzione matura, cercò invece di affermarsi con uno stile più indipendente ed eclettico.
Acquistò notorietà, ai suoi tempi, soprattutto nell’esecuzione di dipinti murali. In Vaticano raffigurò, su commissione di Pio IX, La definizione e proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione (1856-1870), nell’ambiente che introduce alle Stanze di Raffaello, mentre per il principe Alessandro Torlonia, sempre a Roma, realizzò degli affreschi nella villa su via Nomentana e nella galleria del palazzo, già presso piazza Venezia.
Podesti eseguì opere prestigiose anche per la sua città natale, tra le quali il Martirio di san Lorenzo per la cattedrale di Ancona.
L’artista eresse anche in Santa Maria sopra Minerva una tomba per la famiglia Podesti, per la quale, a differenza del monumento sepolcrale al Verano, si rifece allo stile gotico, in stretta relazione alle linee architettoniche della chiesa. Il revival medievale, tipico del gusto eclettico ottocentesco, venne inoltre adottato dall’amico Benzoni per la tomba adiacente nel Quadriportico. I due artisti, che nel 1867 andarono insieme a Parigi in occasione del Salon, si influenzarono di certo reciprocamente in relazione alle loro scelte stilistiche.
Di Podesti, che con la tomba della moglie Clotilde si cimentò per la prima volta in un’opera di scultura, qui al Verano è anche la lunetta superiore, raffigurante una scena del Vecchio Testamento legata al culto dei morti: Le fanciulle di Israele piangono sulla tomba della figlia di Jefte.