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Sergio Corbucci
(Roma 1927-90)
Regista e sceneggiatore

Esordisce alla regia nel '54 con Acque amare tentativo ancora immaturo di coniugare atmosfere e personaggi da gangster movie e cinema neorealista. Nel '59 dirige Ragazzi dei Parioli, tratto dalla pièce teatrale di Luciano Martino Ai galli piacciono le stelle, che ci fornisce una panoramica desolante ma un po' scontata sulla gioventù benestante della borghesia romana.

Sono meglio definiti ed equilibrati i film girati nel '61 soprattutto in virtù della presenza di Totò: Chi si ferma è perduto, I due Marescialli, e Totò, Peppino e la dolce vita. Nel '63 dirige ancora Totò nel film Gli onorevoli, divertente commedia a episodi che tenta la via della satira leggera.

Dopo un paio di film del genere “cappa e spada ”, Romolo e Remo ('61) e Il figlio di Spartacus ('62), è insieme a Duccio Tessari (e naturalmente dopo Sergio Leone) l'autore più importante della rinascita del western in Italia con una predilezione per l'ironia e la comicità destrutturando il genere ed esasperandone la violenza che spesso sfocia nel grand-guignol. Lavora al suo primo western Minnesota Clay ('64) nello stesso periodo in cui Leone gira Per un pugno di dollari ('64). La serie prosegue con Django ('66) probabilmente il più riuscito, Navajo Joe ('66), Bersaglio mobile ('67), Il grande silenzio ('68), fino al declino del genere con l'iperrealista Vamos a matar companeros ('70).

Negli anni '70 e '80 raggiunge il grande successo di pubblico grazie anche al supporto di comici di razza e volti noti del cinema: Montesano (Tre tigri contro tre tigri,'78), Pozzetto (Giallo napoletano,'78), Villaggio (Il signor Robinson,'76), Dorelli (Mi faccio la barca,'80) e Celentano (Er più,'71, e Bluff, '76).