Inizia la sua attività come fotografo e aiuto-regista nella Cines all'epoca diretta dal padre Francesco. Si interessa anche alla pittura e si avvicina al movimento futurista sviluppando alcune tecniche particolarmente innovative che riescono a evidenziare il movimento. Nel '13 realizza alcune immagini basate su queste tecniche, denominate “fotodinamismo futurista”, che possono accostarsi ad alcuni lavori di Balla.
Fonda una società di produzione, Novissima, nella quale può lavorare con maggiore libertà sulle teorie del futurismo nell'ambito cinematografico che prefigurano l'interesse per il cinema delle avanguardie degli anni '20 come il cineocchio sovietico, il surrealismo e l'espressionismo.
Nel '16 viene pubblicato “il manifesto della cinematografia futurista” supportato dal film Vita futurista di Arnaldo Ginna al quale partecipano Corra, Balla e Marinetti. Nello stesso anno A.G. Bragaglia dirige Thais (unico suo lavoro sopravvissuto) supportato dalle geometriche scenografie di Prampolini, il film riesce a coniugare didascalie baudeleriane, astrattismo, ironia e dramma. Da un romanzo di Mastriani dirige Il mio cadavere ('16), che mette in luce gli incubi e le visioni di un essere umano in preda alla paura della morte.
Nel '17 gira Il perfido incanto nel quale una istrionica sacerdotessa di Ishtar presiede a rituali di sacrifici umani. Successivamente A.G. Bragaglia si dedica a numerose regie teatrali tornando al cinema solo nel '31 con il suo ultimo film Vele ammainate.