Moglie dal 1848 di Francesco Arquati e con lui emigrata a Venezia, dopo alcuni anni tornò a Roma, dove il marito trovò impiego nel lanificio di Giulio Ajani, in Trastevere. Qui, il 25 ott. 1867, mentre era impegnata con altri patrioti nei preparativi insurrezionali legati alla spedizione di Garibaldi nell'Agro Romano, fu uccisa dai gendarmi pontifici con i tre figli e il marito.