La cappella risale al 1907 e fu eseguita dall’architetto Cesare Pizzicaria (1865-1939), architetto romano poco concosciuto, attorno al 1907. Il progetto della cappella viene pubblicato nella rivista "L'architettura italiana" nel 1912, mettendo in rilievo la capacità di Pizzicaria "di svincolarsi dalla pedissequa imitazione delle forme antiche senza cadere in stramberie, conservare la logica dell'organismo". Nella cappella Cecchetti, effettivamente, Pizzicaria si allontana dal gusto secessionista, probabilmente in quel momento a lui più congeniale (cfr. tomba di famiglia), che pure compare ancora nella grafica delle iscrizioni e in alcune parti decorative dell'edificio funebre.
È significativo che l'architetto utilizzi, proprio nelle parti decorative del tempietto, artisti legati ad una tradizione consolidata: Enrico Quattrini, lo scultore perugino autore di numerose tombe al Verano, ne esegue infatti le parti scultoree, mentre Eugenio Cisterna, rappresentante della decorazione pittorica sacra, fornisce i disegni per i mosaici realizzati dalla Veneta Società Musiva. L'opera, a differenza della tomba Pizzicaria (Pincetto Vecchio, Riquadro 13), improntata ad un dichiarato gusto secessionista, risente probabilmente di precise direttive da parte della committenza.